Tatuaggio
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tatuato con inchiostro nero sulla mia
caviglia, dove un anno fa una zanzara
neozelandese mi punse. Non mi fece
male—lattesa fu più tormentata, atroce.
È in arabo, merletto di Burano, ancora carica
di luce solare, lo stesso sole
che mi bruciò la pelle quando,
senza sospettare che tu esistessi—
eppure i tuoi occhi li avevo già
incontrati in sogno—visitai lOman,
Nizwa, Mascate, brulicanti
viola colline scozzesi, senz'erica
e senza nuvole.
Se non può essere amore, lascia che sia
amicizia. Habib. Un nome.
Ma sulla mia pelle simbolo
permanente, inciso—
amico guerriero amante miracolo perdizione.
Lo dono a te.